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Fashion & Luxury, quali sono le sfide di oggi? 

 

 

Le creazioni del Fashion & Luxury sono sempre in cima alla lista dei desideri degli acquirenti, indipendentemente dal potere di spesa. Ma per continuare a tradurre il desiderio in acquisto anche le aziende della moda e del lusso devono abbracciare la digitalizzazione e diventare delle data-driven company. Un imperativo che la pandemia di Covid-19 ha portato drammaticamente alla luce, spingendo i brand al potenziamento del Customer Relationship Management (CRM) e dell’e-commerce e ad innovazioni come le sfilate online e il live streaming shopping. Ora la risposta dettata dall’emergenza sanitaria deve diventare una scelta strategica che ruota intorno all’esperienza del cliente su tutti i canali di interazione col brand, creando una relazione phygital e omnichannel che mantiene una forte componente emozionale. Perché il consumatore spende non solo per il prodotto, ma per il feeling che quel prodotto comunica.

Le tecnologie vengono in aiuto delle aziende del Fashion & Luxury con strumenti di analisi dei dati, realtà virtuale e aumentata, blockchain e addirittura metaverso per offrire al cliente più soluzioni e piattaforme di incontro col brand. Al tempo stesso, le tecnologie – e in particolare i Big Data analizzati con tecniche avanzate di intelligenza artificiale – forniscono alle imprese la base solida su cui poggiare le strategie. Per i brand è importante raccogliere e gestire i dati dei clienti (a partire dai sistemi CRM) e analizzarli per poter attivare i servizi alla velocità richiesta dal mercato e implementare nuove attività in modo semplice in una logica di innovazione e creatività continue.

A tutto questo si aggiunge l’attenzione alla sostenibilità, che l’industria della moda condivide con ogni settore produttivo nel percorso di transizione digitale e green inscritto anche nel Pnrr italiano.

L’analisi dei dati è ancora una volta l’alleato ideale per le strategie di gestione energetica, riduzione dell’impronta di carbonio e monitoraggio della supply chain.

 

Metaverso: pronti per il futuro?

 

 

Il metaverso è una delle innovazioni che più attrae l’attenzione del mondo della moda, perché apre le porte di una realtà parallela pronta per essere abbellita dalle creazioni del fashion e del design. Il metaverso è entrato prepotentemente sulla scena hitech da quando, circa un anno fa, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha annunciato il nuovo nome della sua azienda, Meta, e la strategia che punta sull’offerta per il Web 3, il web interattivo dove la nostra esperienza non sarà limitata a contenuti di cui siamo fruitori passivi. Nel metaverso saremo protagonisti, agendo grazie alle cuffie per la realtà virtuale e agli avatar.

Al momento il mercato del metaverso si muove tra entusiasmi e perplessità: secondo il Wall Street Journal la piattaforma Horizon Worlds di Meta per l’accesso al metaverso ha 280.000 utenti attivi contro l’obiettivo iniziale di 500.000 per fine 2022. Ma, indipendentemente da questa partenza a rilento, le imprese della moda hanno già cominciato a esplorare le potenzialità del nuovo canale. Per esempio, un’applicazione che alcuni brand stanno sperimentando è la vetrina interattiva: nel metaverso si possono esporre i prodotti e i clienti li provano tramite i loro avatar. Non è detto che nel metaverso si arrivi a vendere capi di abbigliamento e oggetti che hanno un prezzo impegnativo, ma poterli indossare per scegliere o anche solo per provare il “look and feel” del brand è un valore aggiunto.

Un’altra opportunità per i brand di moda è l’offerta di prodotti per gli avatar, i nostri alter ego nel metaverso: abiti, accessori, gioielli, tatuaggi, unghie, make up, e così via. Più pertinente e originale sarà l’offerta, più il pubblico sarà disponibile a pagare per possedere, anche solo virtualmente, un set unico di prodotti.

Anche in materia di inclusività e body positivity, temi cui oggi la moda è molto attenta, si può trarre beneficio dall’ampliamento delle possibilità di rappresentazione offerte dal metaverso. Secondo uno studio dell’Institute of Digital Fashion, un quinto degli utenti presenti sulla piattaforma Roblox (una delle piattaforme più usate per accedere al metaverso) modifica giornalmente il proprio avatar: lo ritiene un modo per ottenere un coinvolgimento superiore nell’esperienza e una sottolineatura della propria espressione personale. Quasi il 60 per cento ritiene che i mondi virtuali debbano essere più inclusivi e per il 92 per cento la personalizzazione è fondamentale quando si creano gli avatar.

 

Phygital e Omnichannel, due facce della stessa medaglia

 

 

Se il metaverso è il futuro, la realtà del mondo del Fashion & Luxury è già phygital, perché coniuga elementi digitali accanto a un’evoluzione dei canali fisici.

Le aziende della moda e del lusso vivono del negozio – la boutique – e dell’esperienza che il cliente ottiene nell’incontro con il brand. Dopo i lockdown imposti dalla pandemia le persone hanno voglia di uscire, entrare negli store, vedere e toccare i prodotti in prima persona e confrontarsi con i consulenti di vendita in uno spazio reale. Dall’altro lato, però, le innovazioni tecnologiche e un cliente sempre più digitale implicano per i marchi del lusso un’attenzione costante alle evoluzioni di mercato.

L’e-commerce è ormai una prassi: per i retailer la presenza online è indispensabile anche per farsi conoscere e lasciare ammirare le proprie collezioni su scala globale, soprattutto nei Paesi dove non sono fisicamente presenti.
Le aziende della moda e del lusso sono anche più consapevoli della necessità di fare vendita, marketing e relazione col cliente su tutti i punti di contatto secondo il modello Omnichannel, così come hanno ormai abbracciato l’approccio customer-centric che mette le esigenze del cliente al centro.

Tuttavia, per dare efficacia a queste nuove modalità, occorre una visione matura che incorpori come strumento fondamentale i dati e gli Analytics. Non si può servire al meglio il cliente senza conoscerlo con l’analisi dei dati e non si possono integrare i canali di contatto senza mettere a fattor comune i dati che provengono da questi canali. Solo così la Customer Experience è fluida e soddisfacente.

Per questo l’innovazione non fa leva solo sulle tecnologie, ma su un vero cambiamento organizzativo e culturale che supera la gestione separata dei canali online e offline. I dati digitali analizzati e condivisi diventano la base di un dialogo fluido all’interno dei vari dipartimenti aziendali, dal magazzino al Customer Care, secondo il paradigma dell’Headless Commerce che permette al cliente di acquistare il prodotto in qualsiasi touchpoint abilitato, senza dover concludere l’acquisto forzatamente nel sito, ma potendo fondere l’esperienza digitale con quella fisica. Phygital e Omnichannel diventano due facce della stessa medaglia e, nei casi più evoluti, si integrano con la filosofia della customer centricity.

Accade così per Gucci e il suo Omnichannel customer service, un hub unico (chiamato Gucci 9) che la maison ha creato nei quartieri generali di Firenze e dove connette i circa 300 store di proprietà e i suoi cinque service center mondiali per fornire un servizio clienti e una relazione col brand realmente omnichannel. Le tecnologie su cui si appoggiano i professionisti di Gucci sono ovviamente il CRM, ma anche il cloud e servizi evoluti di Customer Intelligence che usano i dati e gli Analytics. Il risultato quest’anno è stato un aumento del 150% delle vendite omnichannel con un raddoppio della quota di fatturato dei clienti top.

 

Il valore delle app per il business della boutique

 

 

Il mondo della moda ha accelerato la sua digitalizzazione sotto la spinta del Covid-19, che ha tagliato i contatti con la clientela nel mondo fisico. Il canale digitale permette di offrire ai clienti, attuali e potenziali, l’experience che identifica il brand in qualunque luogo e in qualunque momento. Anche oggi, mentre si torna a mettere in primo piano il contatto nel negozio, i canali online accompagnano efficacemente il cliente verso lo store fisico e gli forniscono ulteriori servizi e esperienze prima e dopo la vendita.

Noi di DuneD abbiamo condotto diversi progetti in questa ottica Omnichannel e Phygital per i nostri clienti del Fashion & Luxury. Per uno dei grandi e storici brand italiani della moda abbiamo creato una soluzione per fornire alla clientela un supporto digitale per la prenotazione di un appuntamento in boutique. Nel dettaglio abbiamo sviluppato un’architettura su Amazon AWS e realizzato Software Custom per gestire le prenotazioni nelle tre regioni Ue, Usa e RoW, tramite un’app accessibile da Pc come da mobile (smartphone e tablet).

In questo modo abbiamo attivato una nuova modalità efficiente e sempre disponibile per la gestione degli appuntamenti. Al tempo stesso, questa soluzione fa da base per nuovi sviluppi di business, come il Virtual Client Advisor, il servizio di consulente virtuale che il cliente attiva sempre dall’app.

 

Anche nel Fashion & Luxury i dati potenziano il business

 

 

Per un altro cliente del Fashion & Luxury, che già da tre anni ha avviato la sua Digital Transformation, DuneD ha condotto un progetto direttamente legato all’adozione del sistema CRM e delle tecnologie di Data Analytics, Marketing Automation e Intelligenza artificiale. Abbiamo accompagnato passo dopo passo il business di questo iconico marchio italiano della moda: prima nella valorizzazione del patrimonio interno di dati, ottenuti da tutti i touchpoint del brand; poi nell’adozione di un sistema di Marketing Automation e Marketing Intelligence. Il risultato è lo sviluppo di un approccio Customer-centric e Omnichannel, orientato al potenziamento delle prestazioni e al rafforzamento del legame con il cliente grazie alla gestione fluida di tutti i canali e all’offerta di un’experience omogenea.

Offrire esperienze è una delle più efficaci tecniche di marketing nell’era digitale. Creare esperienze vuol dire stabilire un legame emozionale tra brand e consumatori – un approccio commerciale quasi obbligato in un’era in cui la comunicazione è veloce e affollata di voci, specialmente sulle reti social. L’esperienza, che sia nel mondo fisico o in quello digitale, offre l’opportunità di incuriosire e coinvolgere il consumatore in modo diretto per motivare, provocare, ispirare, appassionare e rimetterlo al centro del dialogo col brand. Customer Centricity significa trovare (anche anticipare) quello che per il cliente è utile, divertente, emozionante. Inutile dirlo: per arrivare a questo risultato “wow” il punto di partenza sono i dati e la loro valorizzazione con le tecniche di Analytics, AI e Machine Learning.

 


 

Spunti di riflessione…

 

  • Metaverso e NFT: un articolo di ArtTribune fa il punto sull’interesse suscitato nei brand della moda (tra cui Balenciaga, Nike, Louis Vuitton) dalle nuove tecnologie. Gli NFT (Non-Fungible Token) sono una tecnologia che poggia sulla blockchain utilizzabile, per esempio, come oggetto da collezione digitale, ma anche come “certificato” di autenticità.

 

Podcast interessanti…

 

  • La tecnologia va di moda: quando fashion e innovazione digitale si incontrano – Intervista ad Andreina Serena Romano, imprenditrice, Innovation Manager, Startup advisor e Amministratore Unico e Founder di Heroes, meet in Maratea, il più importante festival del Mezzogiorno su Innovazione, Futuro e Impresa. Andreina Serena Romano ha spiegato quali sono le sinergie possibili tra moda e digitale e che cosa è emerso dalla Pow-Wow Fashion Tech Week da lei organizzata.

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