Duned

A proposito di DUNED…

 

Il libro che ha ispirato il nostro nome è “Dune” dello statunitense Frank Herbert. Uscito per la prima volta nel 1965 per Chilton Book Company, è il primo dei sei romanzi del “Ciclo di Dune”. “Dune” viene citato come il best-seller della letteratura fantascientifica di tutti i tempi: 12 milioni di copie vendute. L’edizione originale viene ancora venduta a prezzi tra i 10.000 e i 15.000 dollari; le copie firmate dall’autore arrivano a 30.000. Ha ispirato videogames, band musicali (come i Thirty Seconds to Mars), serie TV e adattamenti cinematografici, da “Dune” (1984) di David Lynch al nuovissimo “Dune” (2021) diretto da Denis Villeneuve, il regista di “Blade Runner 2049”. La trama di questa science fiction a sfondo ecologico ruota intorno alla lotta tra due dinastie per il controllo del pianeta Arrakis, unico luogo di produzione, raccolta e raffinazione del Melange o Spezia, preziosissima sostanza fondamentale per la struttura della società galattica.

Un pò di leggerezza dopo un inverno difficile

Le domande sul senso di quel che ci accade mettiamole in pausa. O proviamo con una risposta ironica, come ha fatto Douglas Adams nella sua “Guida galattica per autostoppisti” (The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy). Uscito nel 1979 per Pan Books (in Italia nel 1980), è un romanzo che continua a stimolare l’immaginario degli appassionati di fantascienza e intelligenza artificiale. Al suo interno si cita una specie di enciclopedia, la Guida Galattica, che fornisce bizzarri e surreali suggerimenti per arrivare alla “risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto”. Per cercare la chiave viene costruito anche un supercomputer chiamato Pensiero Profondo che, dopo un’elaborazione durata sette milioni e mezzo di anni, fornisce come responso “42“.

Per capire l’influenza di questo romanzo basti pensare che nel 1989 Ibm chiamò Pensiero Profondo (Deep Thought) un computer programmato per il gioco degli scacchi. Perse entrambe le partite giocate con Garri Kasparov nel 1989, ma inaugurò la serie di cervelloni artificiali “Deep” cui appartiene anche Deep Blue, il supercomputer di Ibm che riuscì a sconfiggere lo stesso Kasparov nel 1996. In giorni molto più recenti, Pandu Nayak, vice presidente di Google responsabile dell’attività di Search, alla domanda se il motore di ricerca “ci darà risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto?” ha detto che “La risposta l’ha già data Douglas Adams: è 42”.

 

Questo è l’anno dei viaggi stellari. O almeno suborbitali…

A inizio luglio l’imprenditore e miliardario Richard Branson si è regalato un bel giro a 80 chilometri dalla Terra. Con la navicella VSS Unity della Virgin Galactic, l’azienda da lui creata per “aprire lo spazio a tutti”, ha inaugurato l’era del turismo extraterrestre. Una passione che condivide con Elon Musk (fondatore di Tesla e di SpaceX) e Jeff Bezos (fondatore di Amazon e di Blue Origin).

Se volete approfondire l’idea di Branson dello spazio “meta vicina” e alla portata di “tutti”, c’è il suo libro “Reach for the Skies: Ballooning, Birdmen And Blasting into Space” (2010, Virgin Books). Di che cosa si parla ce lo spiega lo stesso magnate: “Ripercorro la storia del volo tramite le storie delle persone che sono da sempre la mia fonte di ispirazione. In queste pagine troverete racconti di salvataggi miracolosi; di record raggiunti e superati; sorprendenti esempi di resistenza e sopravvivenza, incluse alcune delle mie avventure, ma anche i progressi per il futuro del viaggio aereo e spaziale. È una storia di pionieri”.

 

Jeff Bezos aggiunge due “record”

Pochi giorni dopo il volo “galattico” di Branson, Bezos (che ha di recente lasciato il ruolo di ceo di Amazon proprio per dedicarsi all’imprenditoria spaziale) ha ripetuto e ampliato l’impresa aggiungendo due record: a bordo di New Shepard, un veicolo per voli suborbitali realizzato dalla sua Blue Origin, ha portato come passeggeri il 18enne Oliver Daemen, la persona più giovane a volare nello spazio, e l’82enne Wally Funk, la più anziana ad andare in orbita. Ma non certo una novizia: la pilota Funk fece parte del programma spaziale Mercury 13 condotto negli Usa all’inizio degli anni Sessanta e che prevedeva la selezione e l’addestramento di donne astronauta.

La storia si può leggere nel libro di Martha Ackmann “The Mercury 13: the untold story of thirteen American women and the dream of space flight” (Random House, 2003) e in quello di Stephanie Nolan “Promised the moon : the untold story of the first women in the space race” (Four Walls Eight Windows, 2003). La Nolan riferisce a sua volta quanto le ha raccontato Jerrie Cobb, la grande pilota americana arruolata nel 1959 nel programma Mercury 13. Gli Usa pensavano che le donne fossero più adatte ai voli spaziali rispetto agli uomini e volevano usarle come “arma vincente” contro la Russia. Branson e Bezos non sono esattamente i primi turisti dello spazio, ma sono i primi che viaggiano su veicoli costruiti dalla loro azienda. Un’azienda privata. Nel 2001 una vacanza di qualche giorno nello spazio se la regalò a suon di milioni anche Dannis Tito, viaggiando sulla navetta russa Soyuz.

 

Elon Musk, letture da “autostoppista galattico”

Siamo partiti dal libro di Douglas Adams e lì torniamo, perché anche Musk di Tesla e SpaceX cita tra i suoi libri-culto la singolare “Guida galattica per autostoppisti”. L’imprenditore include nelle sue letture preferite di science fiction anche le opere di Isaac Asimov, in particolare il “ciclo delle fondazioni”.

Da buon imprenditore I libri di riferimento di Musk includono Zero to One: Notes on Startups, or How to Build the Future di Peter Thiel (il co-fondatore di PayPal insieme a….Elon Musk!) e Superintelligence: Paths, Dangers, Strategies del filosofo svedese Nick Bostrom, una guida per chi vuole navigare nello spazio aperto (e non privo di sfide) dell’Intelligenza artificiale.

 

E voi, sapete costruire il futuro della vostra azienda?

Con i dati, certo! Che sono il vostro asset e valore più prezioso. Non una commodity o una “tecnologia”, ma lo strumento per centrare gli obiettivi di business perché permettono di prendere decisioni informate basate sulla conoscenza estratta con i Data Product. DuneD, la Data product company, guida la tua azienda a diventare Data-driven company combinando un approccio scientifico all’analisi del dato con l’esperienza di sviluppo degli algoritmi di AI e una metodologia di service design per creare Data Products. Che cos’è esattamente un Data Product e quali sono gli elementi fondanti della nostra mission li conoscete già, ma nel nostro nuovo sito abbiamo voluto illustrarli ed esaltarli al meglio.

Fate una visita per ripercorrere i concetti di Data blending, Embedded analytics, Explainable AI, Actionable insights. Sì per DuneD l’Intelligenza Artificiale è al cuore dell’offerta, ma – appunto – è explainable, tanto per dare una risposta ai timori di Musk e agli avvertimenti del filosofo Bostrom. Buona estate e buone letture!

 


 

Spunti di riflessione…

Podcast interessanti…

  • Colonizzare la galassia è possibile? Ce lo dice qui Elon Musk.
  • Che cosa succede se i computer diventano più intelligenti di noi? Il TedX di Nick Bostrom.
  • Data blending e Data mesh, ne parla Zhamak Dehghani, l’esperta e top manager che si autodefinisce “tecnologa empatica”.
  • Parlando ancora di Wally Funk ecco un podcast della BBC.

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